La Critica Criticism - 12.0.6.24 - Sito D'Arte di Bozzini Marco

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La critica

Il linguaggio astratto di Marco Bozzini appare come una visualizzazione cromatica di immagini che si sono impresse nella coscienza, consolidando la propria esistenza nella durata di un ricordo e amplificando la propria carica espressiva nello sguardo dello spettatore. Le accensioni di luce, la materia pittorica a tratti grezza, altre volte più levigata, la sapiente alternanza di zone chiare e zone d’ombra caratterizzano l’ultima produzione dell’artista; la specifica carica poetica che ne deriva risulta particolarmente comunicativa per la capacità di attingere sia dal mondo dell’esperienza, sia alla componente emozionale, unificate nel colore.
Francesca Porreca

Il lavoro di Marco Bozzini sembra aver udito la divina affermazione: “Fiat lux” ed interpretare nelle sconfinate campiture pittoriche la memoria della grande luce che illumina il giorno e le miriadi di stelle che brillano nel firmamento. La sua passione ha le dita sottili e penetranti della luce che tutto definisce e avvolge con una intensità tale da sfaldare i confini della materia abbagliando chiunque guardi in un vigoroso e vivificante amplesso mistico.
Giuseppe Favasuli

“I quadri di Bozzini sembrano cantare una piena sublime libertà fatta di liquida luce in cui l’individuo si fonde con la natura, questa vibrante sensibilità, che sembrerebbe tutta passione e struggimento, si rivela in realtà come uno strumento di superiori facoltà intellettuali, nella titanica lotta della materia che tenta di trattenere, comprendere, raccontare, fissare sulla tela – come luce e colore – l’attimo che fugge”.
Virgilio Patarini
                                                                                                                                                                                                       

Splendido esempio di pittura classica, intesa come arte delle emozioni e del romanticismo, tra umano e divino. Nell’ esplorazione cromatica e luministica dell’ autore si coglie lo stupore al cospetto dei fenomeni naturali, che assurgono, come nella grande pittura ottocentesca, a simbolo divino e spirituale. Marco Bozzini “turnereggia” con stile e personalità e nel vapore di luce e colore del suo dipinto si coglie tutta la poesia della natura. Il senso del sublime, della assoluta potenza dei fenomeni naturali diventa qui immagine dello spirito uomo, di quell’irresistibile impulso emotivo dettato dal cuore e dalla mente. Raffinato, colto, dalla tavolozza sensuale e vibrante.
Guido Folco

L’opera di Marco Bozzini si distingue per invenzione coloristica e decisione del segno.
Franco Migliaccio

“Ciò che colpisce di questo artista è l’uso dei colori caldi in ogni quadro, gli arancioni e i gialli soprattutto, sembrano emanare dalla luce del sole e contribuiscono a rendere ancora più vivo il senso del movimento presente in tutte le rappresentazioni. Il tratto è delicato ma incisivo, comunque sempre in profonda armonia con la stesura cromatica”
Valeria Bolchini

La pennellata dell’artista si staglia convinta sulla tela nutrendo un linguaggio cromatico diretto e convincente che trattiene lo sguardo, sommo traguardo dell’arte.
Mara Zanotti

Interferenze e sovrapposizioni che dichiarano l’impossibilità di un metodo che non sia quello della ragione aperta a continue incursioni dell’emozioni.
Claudio Cerritelli

Le opere di Bozzini svelano e rivelano…una sorta di viaggio di armonia di accordi in un insieme di stesure allitterate e sempre reciprocamente dialogate, “concinnitas”. Ancora bravo.
Caro



Opere i cui titoli sono la sintesi di un concetto, che diventa espressione di una poesia ermetica, dove la parola e il contenuto sono sempre in contatto, con equilibrio e coerenza.                              
E se il titolo è la storia di un pensiero, il colore è la materia che interpreta e racconta. E lo fa uscendo dalla sua inerzia per cogliere significato ed essenza, con la complicità della luce, nella speranza che anche l’attesa possa essere eterna. Colore dove ognuno può ritrovare, se non il senso della vita, il senso dell’assoluto attraverso “Il volo della mente”. E Provare emozioni nei “Frammenti di vita” o nei “Frammenti di utopia”, inseguendo “L’ultima luce” “Nella fugacità del tempo” e, “Nei recessi dell’anima”. Non ci sono finalità ridondanti, o disegni mentali precostituiti, poiché riuscire a capire il mistero della vita è impossibile, ma si può ancora viverne i passaggi, e questi, vanno vissuti con la purezza di chi riesce a non farsi contaminare, rimanendo legati al proprio essere, con la stessa intimità suscitata da una sfumatura di colore.
E quando il colore si trasforma in attimo per inseguire il divenire, il suo ritmo rimane morbido, come se dovesse continuare un ordine compositivo soprannaturale, forse, perché espressione di una coscienza dove il reale non è acquisizione, ma progetto di “Memorie arcane” e “Influssi celesti”. Opere dove la percezione si lascia andare nella trasformazione della materia, che muta e si rigenera, attraverso quel colore capace di creare luoghi privi di realtà oggettiva, dove tinte e gradazioni risultano sempre armoniche. Che siano fredde, calde, chiare o scure,non perdono mai quella luminosità generata da un animo che non si scoraggia, e va oltre: si interroga, medita, e ascolta il “Custodito nel cuore”.
Quando tutto sembra al posto giusto, come in un puzzle compiuto, anche l’ignoto non fa paura. Non siamo noi a volare sopra ogni cosa per estraniarci dalle distopia del mondo, è il mondo che scorda l'effimera del suo essere. Così che il colore, ricerca il suo essere materia in un’atmosfera di quiete interiore, che annulla le configurazioni mentali degli spazi codificati, che creano sicurezza ma non sanno concedere. Come se avesse la facoltà di animarsi, espandersi, assottigliarsi o ridursi ma senza mai esaurirsi; al pari di una fiammella che si allunga, si contorce e si dilata,per cercare nel nuovo spazio l’ossigeno vitale. Uno spazio creato dalle tonalità di colore che diffondono la loro recondita e impalpabile energia, attraverso le vibrazioni dei riflessi che giungono ora smorzate e timide, ora euforiche e piene di vita, ma sempre, nella continuità della passione di uno stato d’animo.
Pensiero e colore, trovano la dimensione che li tiene uniti, in un luogo invisibile dove mente e materia si dissolvono, per allontanare il seme della rassegnazione. Un dialogo continuo tra il reale e lo spirituale, attraverso una poetica che scende in fondo al cuore lentamente,senza fare rumore, come a voler perpetuare la vita in eterno. E crea la stessa e strana vertigine, che accompagna la sensazione di eternità, quando, alzando lo sguardo al cielo, si segue la caduta dei fiocchi di neve, con l’intento di trovarne il “Punto d’origine”. Come se l’esserci, o meno, non avesse nessuna importanza, così come tutto ha valore, poiché la realtà è anche proiezione, ovvero, segno, immagine, testimonianza. E si consumano quegli attimi di magia, per poi ridestarsi con l’unica e vera illusione, che ha il potere di renderci leggeri quanto la neve stessa. La possibilità di trovare degli “Orizzonti di intesa” con quel reale che, come le stagioni, nasce e fiorisce per poi sfiorire e morire. “In un tempo sospeso” attraverso “Lo spiraglio dello spirito”,nelle “Emozioni ritrovate” “Tra il respiro e la memoria”.
Mariangela Ruzza






 
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